venerdì 8 agosto 2008

Bonifica discarica Sant'Arcangelo Trimonte

Sulle misure di sicurezza per la discarica di rifiuti di contrada Nocecchie di Sant’Arcangelo Trimonte (Bn) si è svolta una assemblea pubblica presso la Sala consiliare comunale. Erano presenti: il sindaco di Sant’Arcangelo Trimonte, Aldo Giangregorio; l’assessore provinciale all’ambiente, Gianluca Aceto; l'ingegnere della società di monitoraggio Daneco, Marco Leone; i tecnici dell'Arpac; i rappresentanti del comitato civico CODISAM; amministratori e cittadini.

L'incontro, sollecitato dal CODISAM la scorsa settimana, verteva sul mancato avvio della bonifica delle due discariche preesistenti in Sant’Arcangelo Trimonte, nonostante il progetto prevedesse tale soluzione come prioritaria. Si è pertanto appreso dall'Arpac che, entro le prossime due settimane, saranno disponibili gli ultimi esami relativi alla caratterizzazione dei rifiuti presenti nelle discariche preesistenti: e se, come si ritiene, i risultati saranno positivi, potrà finalmente avviarsi la bonifica con il trasferimento dei rifiuti nel nuovo sito, più idoneo e sicuro. Anche i tempi dell'operazione, tra settembre ed ottobre, sembrano migliori rispetto a quelli della piena estate. Si è quindi appreso che Comune e Provincia sigleranno un protocollo d'intesa per investire ufficialmente l'Arpac della verifica dei dati che la Daneco ha già iniziato a monitorare, così come previsto dal Piano di sorveglianza e controllo, mentre sarà fatta salva la facoltà per i cittadini di commissionare ulteriori controlli ad altri Laboratori di fiducia. E' stato inoltre stabilito che la Provincia di Benevento nomini un proprio tecnico all'interno della Commissione di vigilanza, al fine di supportarne l'azione e di garantire un migliore e più tempestivo coordinamento.

Da parte sua, la Daneco ha riconosciuto alcune disfunzioni nei controlli, dei quali si è pubblicamente scusata, assicurando che saranno presi i provvedimenti utili a che esse non abbiano più a ripetersi. La stessa Impresa ha inoltre assicurato che i rappresentanti dei cittadini potranno accedere alla discarica e richiedere chiarimenti in ogni momento. Proseguono, intanto, i lavori di approntamento del piano integrato di valorizzazione del territorio e delle produzioni agricole e allevatoriali locali, per la cui definizione i rappresentanti dei Comuni ricadenti nella zona della discarica hanno già svolto numerose riunioni tecniche. Al Prefetto di Benevento sono state comunicate ulteriori richieste di finanziamento di opere pubbliche a servizio degli impianti di smaltimento rifiuti, come la strada collegante Sant’Arcangelo Trimonte alla Stazione di Apice: il piano di interventi dovrà comunque essere definitivamente chiuso entro il prossimo 30 settembre. Una prima assegnazione di risorse finanziarie ha riguardato tutti gli interventi richiesti dai Comuni di Sant’Arcangelo Trimonte, Apice, Buonalbergo e Paduli.

Inoltre, come si ricorderà, sono state finanziate anche le opere richieste dai Comuni di Fragneto Monforte e Casalduni, sui cui territori insistono siti di stoccaggio di cosiddette ecoballe e l'impianto ex CDR. Finanziate anche le opere richieste dalla Provincia, riguardanti il risanamento ambientale e la valorizzazione di torrenti e corsi d'acqua viciniori ai siti sensibili; un parco fluviale in comune di Paduli; nonché interventi per il monitoraggio ambientale delle zone interessate dalle discariche.
(fonte: www.provincia.benevento.it)

mercoledì 6 agosto 2008

Legambiente: 1.650 comuni a rischio di estinzione

E’ un’Italia a due velocità, da una parte quella di un vero e proprio miracolo italiano che è la capacità dei territori di fare rete e sistema, dall’altra quella di un numero crescente di comuni sempre più interessati dal “disagio insediativo”. Un disagio che se nel 1996 colpiva 2.830 comuni, nel 2006 ne ha interessati 3.556 e con una previsione di 4.395 comuni per il 2016 (in pratica uno su due) dei quali, in assenza di interventi, 1.650 sono destinati a diventare vere e proprie “ghost town”. Un fenomeno che da territori marginali o marginalizzati comincia a interessare aree di più ampie dimensioni mettendo a rischio non solo i piccoli comuni, ma anche oltre la metà di quelli con meno di 10.000 abitanti: è quanto emerge dal rapporto di Confcommercio-Legambiente sull’Italia del disagio insediativo “1996/2016 - Eccellenze e ghost town nell’Italia dei piccoli comuni” realizzato in collaborazione con Serico-Gruppo Cresme.

COSA VUOL DIRE “DISAGIO INSEDIATIVO”

Le condizioni che portano al disagio in molti comuni italiani sono da ricercare, oltre che in una debolezza insediativa della popolazione residente (calo delle nascite, aumento della popolazione anziana, ecc.) anche in condizioni evidenti di impoverimento delle potenzialità produttive e dei talenti, con indici economici che segnalano la debolezza strutturale di queste aree da cui deriva lo scarso appeal verso l’esterno e, di conseguenza, la capacità di attrarre e accogliere nuovi cittadini, nuovi abitanti, nuove famiglie ed imprese.

Occorre sottolineare che le differenze non sono tanto tra montagna, collina, pianura e città, quanto all’interno delle medesime categorie. Ovvero, c’è una montagna ricca e una montagna impoverita, una collina valorizzata e una dimenticata, ci sono città al passo con i cambiamenti imposti dall’economia della globalizzazione e altre in forte ritardo.

Il dato più rilevante nel confronto 1996/2006 è l’aumento, non solo del numero (con relativo territorio e popolazione interessata), ma anche della dimensione media di questi comuni. E, aumentando la dimensione media, è cresciuta la soglia critica al di sotto della quale si realizzano e si evidenziano le condizioni del disagio insediativo. Che, quindi, non è più solo un fenomeno circoscritto a territori marginali, ma si allarga e si estende a quelli di più ampie dimensioni. Ciò è indubbiamente legato ad un maggior depauperamento territoriale, con conseguente diminuzione, in una sorta di circolo vizioso, dei servizi alle persone e alle imprese, oltre ad un elevato indice di vecchiaia e a un basso valore della natalità e dell’immigrazione.

Lo studio, evidenziando che di questi comuni ben il 95,4% (3.408 su 3.558 totali) ha meno di 10.000 abitanti, indica tale valore come soglia dimensionale critica.
(fonte: legambiente.it)

martedì 5 agosto 2008

Don Franco Iampietro: amministratori insensibili


Dopo due mesi di silenzio da parte della politica, don Franco Iampietro ritorna sui problemi che affliggono il Fortore e lo fa dalle colonne del quotidiano online “ilquaderno.it”.
“Non è cambiato nulla – ha affermato Don Franco al giornale diretto da Carlo Panella -. L’ospedale non è stato completato. La strada è ancora interrotta. Sono alcuni giorni che non ci stanno proprio più lavorando. In seguito all’appello e a un iniziale interessamento mediatico nessuno si è più occupato di noi. Nessuno ci ha contattati. Nessun politico, neppure i nuovi amministratori provinciali, in linea con i precedenti. Silenzio assoluto, come del resto, ci aspettavamo”.
E sempre dal giornale online lancia un nuovo appello. “Non so cosa vorrei dire – ha risposto -. Purtroppo, l’insensibilità di chi ci amministra va oltre l’immaginabile. L’appello è chiedere che qualcuno prenda a cuore la situazione per cercare di risolverla. Ma non credo che avvenga. C’è molta, molta indifferenza”.

lunedì 4 agosto 2008

Piccoli Comuni sostengono progetto Coldiretti

Il progetto per il Paese presentato dal Presidente della Coldiretti nazionale Sergio Marini trova il pieno ed incondizionato sostegno del Coordinamento Nazionale dei Piccoli Comuni italiani – a sostenerlo il portavoce di Piccoli Comuni, Virgilio Caivano – Il rilancio della nostra agricoltura in termini di qualità ed eccellenza è il passaggio strategico per portare il Paese fuori dalla crisi economica e soprattutto rispondere concretamente alla urgente necessità di produzioni agricole distintive, identitarie, sicure, fortemente legate ai territori in grado di sfuggire ai criteri di sostituibilità dei prodotti che i processi di globalizzazione inevitabilmente si tirano dietro. La dimensione di eccellenza della nostra agricoltura - ha sostenuto il Presidente della Coldiretti all’Assemblea nazionale di Roma – si nutre di qualità cha a sua volta non è un carattere astratto, una leva di marketing, ma la risposta a una domanda crescente dei consumatori italiani e internazionali. Una domanda che si alimenta di molte componenti ognuna delle quali è un patrimonio di tutti da custodire perché continuamente minacciato da tentativi di espropriazione o di sfruttamento improprio”.

La promozione del Made in Italy e quindi la sua qualità ci trova in perfetta sintonia con Coldiretti – afferma deciso il leader di Piccoli Comuni – le richieste di Coldiretti sono le nostre richieste. Al Governo chiediamo di promuovere tutte le politiche che vanno in questa direzione: dalle norme sull’etichettatura obbligatoria, alla difesa delle prassi antiomolgative volte alla valorizzare le istintività territoriali, dalla lotta alla contraffazione e alle sofisticazioni a quella contro l’agropirateria e le imitazioni. La nostra legislazione lascia ancora zone franche - l’invito al Parlamento italiano ad attivarsi – in cui trasparenza e sicurezza possono essere aggirate. Un lusso che non possiamo permetterci nel rispetto delle aspettative di chi produce e di chi consuma”.

Il Coordinamento dei Piccoli Comuni ringrazia la Coldiretti per l’invito rivolto al Portavoce Virgilio Caivano in occasione dell’Assemblea Nazionale e riconferma l’impengo ad un cammino comune a favore di una forte agricoltura di qualità anche come risposta alle attese di sviluppo dei 5634 piccoli Comuni italiani.