mercoledì 5 marzo 2008

Crisi dei piccoli Comuni: cresce la popolazione anziana, scarsa la natalità



Postiamo alcuni stralci di un interessante articolo relativo allo spopolamento dei piccoli comuni apparso sul "Sannio quotidiano" del 4 marzo scorso.


Oggi, ci troviamo di fronte ad una costellazione di piccoli Comuni a bassa densità demografica, con popolazione anziana e scarsa natalità, che comporta, per questi paesi, un forte rischio di sopravvivenza per il futuro.
Comuni in gran parte localizzati in area collinare e montane e che presentano una densità demografica otto volte inferiore alla media nazionale. Essi rappresentano circa il settanta per cento dei comuni italiani (per piccoli si intendono i comuni con meno di 5.000 abitanti, di cui molti al di sotto dei 3.000 abitanti).
(...) Si calcola che nei prossimi trenta anni, almeno il trenta per cento dei piccoli comuni montani sparirà, verranno cancellati dalle cartine geografiche e con loro svanirà anche il ricordo della loro millenaria cultura.
La popolazione aumenterà sempre più nelle zone economicamente più dinamiche, ed in particolare più attrezzate, e diminuirà, viceversa, nei territori più periferici.
I prossimi anni, quindi, se non verranno presi dei provvedimenti, saranno caratterizzati dalla decadenza dei comuni montani e dei comuni poco connessi ai grandi e medi centri, distanti cioè dalle grandi direttrici su cui continueranno a viaggiare cose, persone e informazioni.
Motivi principali dello spopolamento, nella maggior parte dei casi, sono: la cultura, perché troppo spesso vi è una struttura eccessivamente chiusa delle comunità, e la mancanza di prospettive di lavoro in loco a cui si aggiungono la scarsità di servizi essenziali.
(...) L’istituzione più vicina ai cittadini è e resta il comune.
Si va affermando sempre più l’esigenza di uno stile di governo centrato sulle progettualità, sulla capacità di rispondere alle esigenze della comunità. I cittadini cercano capacità di ascolto, un paese che deve potersi riconoscere nel suo sindaco, la persona appunto che dovrebbe sintetizzare le dinamiche culturali, sociali e ideali locali.
C’è la richiesta di un sindaco in grado di coinvolgere i cittadini nelle scelte di governo, il popolo vuole esprimersi, vuole più incontri tra amministratori e cittadini, una partecipazione alle scelte, vuole forme di partecipazione ai progetti di sviluppo del paese.
La dimensione politico-amministrativa è decisiva nel determinare il destino delle piccole comunità. La qualità dell’amministrazione locale rappresenta, infatti, un fattore differenziale importantissimo.
I sindaci devono dare impulso ad iniziative tese a creare e sostenere economie fondate sulle specificità del luogo, valorizzando le risorse umane, storiche e ambientali. Contro il declino economico, l’impoverimento sociale, si può e si deve reagire, puntando, alla qualità all’innovazione, alla ricerca, alla tipicità.
(tratto dal Sannio quotidiano del 4 marzo)