domenica 28 dicembre 2008

Spopolamento, il Fortore si svuota

Quando alcuni anni fa affermavamo che il destino dei piccoli comuni del Fortore era segnato, molti pensavano che facessimo soltanto allarmismo. Ora quest’interessante articolo apparso su “Ilsannioquotidiano” (di cui ne postiamo alcuni stralci) dimostra quanto ci sia di vero in quelle affermazioni.



Un destino che appare inesorabile. Anno dopo anno le aree interne della nostra provincia vedono assottigliarsi la popolazione residente. Un trend inequivocabile, peraltro in linea con ciò che accade in altre realtà del Paese. Chiusura di uffici e servizi territoriali, impoverimento delle risorse locali, calo costante delle nascite: in una parola desertificazione, piaga da cui il Sannio non è immune.
I numeri del fenomeno parlano chiaro: da decenni alcuni centri della provincia perdono progressivamente la propria consistenza demografica, avvicinandosi pericolosamente alla soglia di sopravvivenza. La dinamica si manifesta un po’ in tutti i comprensori sanniti ma assume connotati di vera e propria emergenza in due ambiti: Alto Tammaro e Fortore. Dal Dopoguerra ad oggi, nei due bacini la consistenza demografica si è ridotta mediamente del 40 per cento, con picchi superiori al 50 in alcuni centri.

(…) Castelvetere Valfortore è passata da 4.010 abitanti agli odierni 1.555. San Bartolomeo in Galdo ha assunto oggi dimensioni da piccolo centro mentre nel primo Dopoguerra poteva vantare numeri che ne legittimavano l’appellativo popolare di ‘capitale del Fortore’: dai 10.384 abitanti del 1951 si è infatti scesi alle attuali 5.336 presenze, con una popolazione pressoché dimezzata. Brusco il calo anche in realtà servite da collegamenti viari significativi, requisito fondamentale per lo sviluppo dei territori. E’ il caso di Buonalbergo, dove la 90 bis non ha impedito la flessione dai 3.085 abitanti del ‘51 agli attuali 1.882.

Il fenomeno si manifesta con chiarezza anche analizzando il trend degli ultimi anni. Dal censimento (2001) ad oggi, sono 41 i comuni della provincia (su 78) che hanno dovuto registrare un calo nel numero degli abitanti: Apollosa, Baselice, Buonalbergo, Campolattaro, Casalduni, Castelfranco in Miscano, Castelpagano, Castelpoto, Castelvenere, Castelvetere in Valfortore, Cautano, Circello, Colle Sannita, Cusano Mutri, Faicchio, Foiano Valfortore, Fragneto l’Abate, Fragneto Monforte, Frasso Telesino, Ginestra degli Schiavoni, Guardia Sanframondi, Molinara, Montefalcone Valfortore, Paduli, Pago Veiano, Pesco Sannita, Pietraroja, Pontelandolfo, Reino, San Bartolomeo in Galdo, San Giorgio la Molara, San Lorenzello, San Lorenzo Maggiore, San Lupo, San Marco dei Cavoti, Santa Croce del Sannio, Sant’Agata de’ Goti, Sassinoro, Solopaca, Tocco Caudio, Sant’Arcangelo Trimonte. (…).

(tratto dal Sannioquotidiano.it del 27 dicembre 2008)

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ciao e son d'accordo con te sul fatto che lo spopolamento si sta allargando in maniera inesorabile. Secondo me la giustificazione è molto semplice: mentre anni or sono la maggior parte della popolazione attiva era dedita all'agricoltura e la scolarizzazione era poco diffusa,il che garantiva la permanenza della popolazione nei nostri paesi, negli ultimi anni sono venuti fuori una marea di ragazzi laureati che, vuoi o non vuoi, non hanno avuto alcuna possibilità , nella nostra piccola economia rurale, di vedersi affermati professionalemente (sicuramente non tutti!); ecco allora che la ricerca di un lavoro gratificante diventa il primo obiettivo delle nuove generazioni. Qui , purtroppo non ci sono sufficienti risorse economiche capaci di essere garanzia occupazionale per tutti.

Buon lavoro
Alessandro V.