giovedì 12 giugno 2008

Crisi del tessile fortorino, i sindaci chiedono la zona franca

Non si ferma la crisi del tessile nel distretto di san Marco dei Cavoti. Per questo i 16 sindaci del Fortore si sono riuniti nei giorni scorsi per avanzare delle proposte per uscire dalla difficile situazione in cui versano una settantina di imprese del settore, con circa 1000 posti a rischio.

“Si tratta – scrivono i primi cittadini – ora come allora di problematiche legate alla mancanza di commesse, ai prezzi troppo bassi o la costo del lavoro troppo alto per il settore che limita o annulla del tutto il confronto con la concorrenza dei capi che vengono importati, senza alcuna protezione, dai paesi dell’est o da quelli sud-est asiatico o ai capi prodotti in Italia dai laboratori pieni di popolazioni asiatiche dove il rispetto per le normative sulla sicurezza sui luoghi di lavoro piuttosto che i contratti sindacali è praticamente una chimera”. Che fare? I sindaci del Fortore si appellano a tutte le istituzioni in primis alla Regione Campania, al presidente della Provincia Cimitile, al Prefetto, al ministero del Lavoro (il sottosegretario al Welfare è Pasquale Viespoli) e al ministero dell’Economia, affinché siano sensibilizzati in merito alla vicenda. E “di voler coinvolgere gli organi preposti del ministero del Lavoro, affinché, attraverso il sistema degli ammortizzatori sociali, si attivino a sostenere le future uscite dal lavoro”.

Dunque la situazione è molto seria. Per questo sempre i sindaci chiedono alle istituzioni di individuare l’area del distretto tessile di san Marco dei Cavoti “quale Zona franca urbana”, con l’obiettivo di agevolare le piccole e medie imprese tessili dell’area che proseguono o diversificano l’attività economica, con l’esenzione dalle imposte e l’esonero dei contributi”.

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