sabato 31 maggio 2008

La mia risposta a Brancaccio e Bianco

Da più parti mi è giunta la sollecitazione a spiegare perché pubblicando gli interventi di Salvatore Brancaccio (dirigente provinciale del Pdl) e Leonardo Bianco (presidente Azione cattolica di San Bartolomeo in galdo) ho aggiunto un piccolo commento dove non chiarivo le ragioni per le quali non ero d’accordo con loro.
Innanzitutto, inutile nascondere (dato che tutti mi conoscono) che sia con Brancaccio sia con Bianco siamo distanti anni luce nel concepire la politica e il modo di far politica. Altra cultura la mia. Rispettabile la loro. Ma nonostante ciò penso che su alcune tematiche condivisibili ci si possa unire in una sorta di comunitarismo in difesa della nostra terra. D’altra parte un blog (diario) è soprattutto uno spazio che ognuno di noi può crearsi. È chiaro che aprire questo spazio anche a chi la pensa diversamente è un atto di democrazia. Qual è deve essere a mio avviso la rete.

Tornando a Branacaccio non ho condiviso la sua “faziosità” nell’affrontare la vicenda “don Franco Iampietro”, la responsabilità del disastro nel Fortore non deve essere imputabile solo ad una parte politica. Le colpe sono di tutta quella classe dirigente che si è avvicendata nel tempo, non esclusa la sua. La questione, pur avendo ragione,non è solamente come si sono gestisti i fondi per le nostre strade. Ma è più profonda. È la considerazione che hanno di noi al di là di “casone Cocca”. Delle nostre colonne d'Ercole.
Non mi sembra che il neosenatore Viespoli abbia risposto con enfasi al grido di dolore di don Franco. Non mi sembra che l’ex alleata uddiccina Erminia Mazzoni (eletta parlametare la volta scorsa in questo collegio) abbia fatto sentire la propria voce in merito a tutta la vicenda. O che l’attuale deputazione sannita (tutta intera) abbia accolto l’invito del parroco di san Bartolomeo.
Capisco, però, che per chi fa politica è giusto intervenire sulle vicende di interesse collettivo.

Per quanto riguarda Leonardo Bianco, non ho condiviso l’attacco portato (penso sia lui) al neo presidente della Provincia, Cimitile. Il quale non può essere responsabile dell’azione politica di chi l’ha preceduto. Ma censurare il suo silenzio di fronte all’ennesima tragedia. Questo sì. È legittimo.

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