venerdì 28 dicembre 2007

ECCO LE SENTINELLE DEL FORTORE


La notizia è di qualche settimana fa, ma data l’importanza dell’evento, anche per il Fortore beneventano, ne riproponiamo anche qui la novità.

Sono 32 le prime “sentinelle ambientali” volute dal progetto Life Natura “Fortore” (Un progetto per il fiume). Il corso coordinato dall’Università degli Studi di Foggia dopo 200 ore di lezione ha formato operatori in grado gestire e condurre gruppi di visitatori nei paesi e negli habitat naturali della Valle del Fortore.
Al corso hanno partecipato giovani provenienti da tutti i centri coinvolti dal progetto e ai quali poi è stato consegnato l’attestato.
Le guide sono: Maria Leonarda Colucci, Marianna Iosa, Gennaro Iosa, Teresa Margollicci, Maria Rosaria Sangiuliano, Carla Carolla, Gemma Meomartino, Ersilia Fascia, Matteo Biseste, Mario Iacurci, Adolfo Iacurci, Angela Maria Beccia, Maria Giovanna Fratta, Maria Domenica Tomacelli, Clelia La Rosa, Renato Cuorpo, Giuseppina Lupo, Pietro Di Iorio, Giovanni Iadarola, Nunzia Leo, Anna Maria Rillo, Giovanni Iamele, Filomena Capuano, Maurizio Paoletti, Letizia Lambrè, Michaela Pepe, Francesco Pepe, Giancarlo De Masi, Michele Circelli, Giandonato Pizzi, Pietro Caforio e Daniela Ugliola.

venerdì 21 dicembre 2007

LE PAURE UCCIDONO LA SPERANZA

“Il nemico contro cui bisogna lottare siamo noi stessi. Con le nostre paure che uccidono le nostre speranze”. Mi è rimasta scolpita nella mente la frase detta da Placido Rizzotto ai “suoi” braccianti siciliani, che si battevano per avere un pezzo di terra da coltivare, in una sala misera e disadorna della Camera del lavoro di Corleone. Il sindacalista fu ucciso dalla mafia nel 1948 e la sua storia raccontata in un film dal regista Pasquale Scimeca.
L’ho visto in dvd l’altro giorno. Una vicenda di soprusi e di sopraffazioni. Ieri come oggi. Nulla è cambiato: il Sud resta uguale a se stesso. Come se il tempo non fosse mai trascorso da quella sera in cui Placido venne fatto scomparire. L’oltraggio di un uomo indifeso. Metafora di un Sud abbandonato a se stesso.
Ma in questo ‘maledetto’ Sud bisogna, viverci, amarlo e odiarlo per comprenderne l’animo più intimo. E noi piccole genti di questa terra prendiamo a prestito quel monito. Iniziamo a non aver paura e forse una piccola rivoluzione l’avremmo già compiuta.

lunedì 17 dicembre 2007

LE ELEZIONI E I FURBETTI DELLA POLITICA

Si avvicinano le elezioni provinciali e tra un po’ inizierà il solito show dei furbetti della politica. Schiere di candidati inizieranno a transitare nelle piazze dei nostri comuni a fare promesse a destra e a manca con l’unico scopo di coltivare il proprio orticello. Chiusa la kermesse ci si rivedrà alla prossima tornata elettorale.
 
E allora invece di far decidere alle segreterie politiche i candidati da proporre, importiamo anche qui il metodo delle primarie. Si chieda ai cittadini da chi vogliono essere rappresentati. Si apra un dibattito serio sul futuro del Fortore. Gli elettori sono stanchi dei mestieranti della politica che lavorano nell’ombra. Non è infatti nelle sale di qualche agriturismo - con la mente annebbiata da un buon bicchiere di vino dopo aver gozzovigliato di tutto e di più - che si decide il destino di questa terra. I cittadini vogliono trasparenza, partecipare direttamente e non più delegare agli altri le proprie sorti.

Intanto i figli del Fortore emigrano e i padri maledicono generazioni di politici che per anni hanno votato.

giovedì 13 dicembre 2007

CONSIGLIO COMUNALE, ECCO I PUNTI DISCUSSI


In un'aula semideserta (dal punto vista della partecipazione popolare) si è riunito, in mattinata, il consiglio comunale di Baselice. Pensiamo di fare cosa gradita ai lettori di questo blog postando i punti principali discussi e approvati dalla stessa assise. Eccoli qua: aggiornamento catasto incendi boschivi, piano strategico di sviluppo per il risanamento ambientale e idrogeologico del fiume Fortore, regolamento per la costituzione del gruppo comunale di volontariato di protezione e comunicazione Ivpc.

lunedì 10 dicembre 2007

LA CASTA E LE STRADE INFINITE


Mentre “la Casta” è intenta a spartirsi poltrone e privilegi, gli automobilisti sono costretti a viaggiare su strade che sembrano appena bombardate dagli F16. Vie con buche grandi come una casa, che se non stai attento ad evitarle la macchina ti ci può restare dentro.

È il caso (per esempio) della ormai famosa (si fa per dire) provinciale 34 che collega Baselice a Colle sannita e Riccia (e dunque al Molise).

Qualcuno poi è mai passato da quelle parti di sera quando c’è nebbia? È la fine. Non esiste striscia di mezzeria. Non esistono paletti catarifrangente (che nome complicato), quella specie di picchetti che s’illuminano con il riflesso dei fari e che ti indicano il limite della strada. Insomma, non esiste nulla. Buio pesto. A quel punto devi sperare che la macchina non ti si fermi e che nonostante i dieci all’ora riesci finalmente a raggiungere casa e affogare tutta l’ansia in un bel tè caldo. Con buona pace della Casta.

giovedì 29 novembre 2007

FORTORE, IL WWF CHIEDE CHIARIMENTI SUL METANODOTTO

(da il quaderno.it)


“C’è bisogno di maggiore chiarezza prima che i lavori abbiano inizio”. E’ questa la condizione che Camillo Campolongo, responsabile della sezione Wwf Sannio, ha posto per la realizzazione del metanodotto Biccari-Campochiaro. L’associazione ambientalista ha chiesto maggiore attenzione alla Snam Rete Gas, la società che si occuperà della costruzione dell’impianto, per le 5 aree naturali campane e molisane che ne saranno attraversate. Tra questi ci sono anche i territori della provincia di Benevento come “Sorgenti e Alta Valle del fiume Fortore”, “Bosco di Castelvetere in Valfortore” e “Bosco di Castelpagano”.

lunedì 26 novembre 2007

FORTORINA? VOTA ANTONIO LA TRIPPA


Che strano. Si avvicinano le elezioni provinciali e si torna a parlare di Fortorina. Ogni tornata elettorale sbuca fuori la questione dell’importante arteria che dovrebbe collegare il Fortore col distante (in tutti i sensi) capoluogo di provincia.
La Fortorina prende il nome dalla zona che dovrebbe attraversare e cioè dai cinque comuni che ne fanno parte. Ovvero San Bartolomeo, Baselice, Montefalcone, Foiano e Castelevetere in Valfortore. Ma da quanto si apprende l’arcinota strada si fermerebbe a San Marco dei Cavoti, qualche chilometro prima del Fortore.
Rischia, dunque, di non arrivare dove dovrebbe arrivare (come direbbe Totò). E allora la domanda sorge spontanea perché non la si chiami diversamente. Magari pingo pallina?

martedì 20 novembre 2007

INTERNET, CI SALVERA' IL WIRELESS?



Mentre mi accingo a pubblicare sul web il mio blog, mi rendo conto che l’intero Fortore manca di Adsl: di una linea digitale ad alta velocità per il collegamento ad Internet. E mi rendo conto che lavorando fuori sono un privilegiato. In pochi secondi mi collego con tutti i portali che voglio. Che grande invenzione il web. Da qualsiasi luogo puoi connetterti col mondo intero. Certo se hai un modem da 56k tutto diventa più difficile. Ti senti emarginato. Escluso. E in un mondo globalizzato dove la rete può diventare anche volano di sviluppo economico, sentirsi relegato ai tempi della pietra (dal punto di vista cibernetico) ti fa anche un po’ rabbia.

Perciò mi ha incuriosito - trasmesso da Report (Rai3) domenica scorsa - come alcuni comuni della provincia di Ancona hanno risolto il cosiddetto ‘digital divide’. Avranno pensato dove non arriva la linea telefonica arriva la tecnologia wireless (senza fili): e così hanno deciso di dotarsi di antennine che trasmettono il segnale da un paese all’altro. Con buona pace delle compagnie telefoniche.

E allora mi chiedo perché non si fa la stessa cosa per i comuni del Fortore? Mi metto su Google e faccio la mia ricerca: adsl fortore. Ed ecco apparire sul motore di ricerca un articolo pubblicato il 15 giugno scorso sul “Quaderno” dal titolo “Internet: Fortore verso il wireless, dato che l’ADSL non arriva”.
Nel pezzo si legge: “La Comunità montana del Fortore per colmare il divario informatico, vissuto dal territorio ha deciso di sfruttare il decreto del 4.10.2005 del ministero delle Comunicazioni che liberalizza l’utilizzo di tecnologie wireless. Con una spesa di 280.000 euro ha puntato su quelle di ultima generazione ovvero sul wimax, acronimo di worldwide interoperability for microwave access, che consente l'accesso a reti di telecomunicazioni a banda larga e senza fili. Dovrebbe cominciare a funzionare nel 2008”.
Il 2008 si sta avvicinando e vedremo se i cittadini del Fortore avranno almeno la possibilità di collegarsi al mondo più velocemente e uscire (almeno virtualmente) dall’isolamento in cui sono relegati.

sabato 17 novembre 2007

BIANCO RACCONTA LA SUA BASELICE

di Leonardo Bianco

Antonio Bianco giornalista e saggista, nato a Baselice nel 1965, racconta in questo libro la storia socio-economica del suo paese, piccolo centro della Valfortore. “Modernizzazione e arretratezza in una comunità del Sannio-Latifondo, emigrazione e lotte politiche a Baselice”, il titolo della ricerca sociologica nella quale si analizza il ventennio che va dagli anni 50 agli anni 70.

Attraverso un’analisi precisa e dettagliata il libro mette in evidenza la trasformazione economica che attraverso le rimesse degli emigranti e il finanziamento pubblico ha portato sì una modernizzazione del tessuto sociale della comunità indagata, ma senza arrivare ad un vero e proprio sviluppo del paese.

In effetti, se le condizioni del reddito pro-capite migliorano a ciò non si accompagna una razionalizzazione dell’apparato produttivo. L'autore, in sostanza, mette in evidenza la profonda trasformazione avuta da questa micro realtà nel periodo post-bellico, “mettendo – si legge nel libro – in relazione il paese con i fenomeni macrosociali esterni quali l’emigrazione, la formazione di un mercato del lavoro, l’intervento pubblico ed i consumi di massa”.

Grazie a tutto ciò scompare il latifondo e gli affittuari diventano padroni delle terre che coltivavano. Tutto ciò porta ad una profonda trasformazione della famiglia e dei rapporti sociali stessi: il cambiamento economico fa sparire e sorgere nuove figure sociali.

Due motivi per leggere il libro. Il primo è semplice da consultare nonostante i numeri e le tabelle. Secondo, il libro racconta molto bene e senza annoiare uno spaccato importante della vita di Baselice e potremmo dire del Sud negli anni del cosiddetto miracolo economico.

Il libro è stato presentato il 9 settembre scorso nella sala consiliare del Comune fortorino. All’iniziativa hanno partecipato il presidente dell’ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, e il presidente dell’Assostampa Molise, Giuseppe di Pietro. A moderare il dibattito il giornalista dell’Asca, Francesco del Vecchio.

lunedì 15 ottobre 2007

VESUVIO IMBIANCATO


Era una calda mattina di fine gennaio. Benché la temperatura fosse mite il Vesuvio aveva la cima imbiancata di neve. Per i forestieri, come me, era uno spettacolo. Mi trovavo a Napoli per un colloquio di lavoro. Lasciai la mia vecchia utilitaria in un parcheggio della villa comunale e mi avviai per un vicolo della città. L’incontro durò pochissimo.

La solita proposta: “Lei ha le carte in regola, ma le possiamo fare al massimo un cococò per sei mesi. Capisce…”. “Certo, le farò sapere” risposi. Assorto nei pensieri tornai al parcheggio. Infilai le chiavi e misi in moto. Un breve giro del motorino di avviamento e la vettura non partì. “Cavolo!” pensai, “ho lasciato le luci accese, si è scaricata la batteria”.

Mi avvicinai ad uno di quei chioschi che si trovano sul lungo mare e chiesi: “Per favore dov’è un elettrauto”. “Di fronte, accanto alla chiesetta ce n’è uno” m’indicò il gestore. Percorsi tutta la villa da una parte all’altra e trovai ciò che mi serviva. “Scusi, mi si è scaricata la batteria, può aiutarmi?”.“Certo” rispose un giovane sulla trentina basso e scuro. “Arò sta la macchina” disse in napoletano stretto. “E’ proprio oltre la strada” dissi. 

Prese quell’aggeggio elettronico tipo macchina da scrivere, lo poggiò su un carrello come quelli che le donne anziane utilizzano per fare la spesa nei supermercati e ci avviammo. “Una bella giornata. La città è incantevole, peccato…”.

Il giovane non mi lasciò finire la frase e replicò: “Napoli è bella, ma qui non si vive più. Se potessi fuggirei da questa città...”. Nel frattempo, arrivammo alla macchina. Aprii il cofano. Lui attaccò le pinze dell’aggeggio alla batteria. Polo positivo. Polo negativo. La macchina ripartì subito. “Quanto le devo?” chiesi.“Dieci euro” rispose. Ringraziai e ripartii. Il mio sguardo si soffermò di nuovo sul Vesuvio. I raggi del sole attraversarono il parabrezza e mi riscaldarono l’anima.

(Racconto pubblicato sul quotidiano nazionale "lastampa.it")