Tratto dalla pagina facebook di Antonio Virgilio
(Foto di Michele Caserio)
Il primo magazine del Fortore (Fondato nel 2006)
Tratto dalla pagina facebook di Antonio Virgilio
(Foto di Michele Caserio)
Ogni comunità locale ha i suoi usi, costumi, tradizioni, comportamenti, ai quali aggiungo anche la prima fonte di comunicazione che è, per i più, il dialetto, che lo identifica. È una lingua vera e propria, spontanea ed efficace, direi naturale, che le varie comunità utilizzano. Il dialetto basélicese si differenzia da quello dei paesi viciniori e confinanti non solo nella dizione, ma anche, talvolta, nella nominalizzazione del lessico. Esso determina e circoscrive il piccolo mondo in cui si è vissuti, elemento questo, per lo più di isolamento fino alle soglie degli anni ‘50. La lingua italiana per la nostra comunità, come per tutte le altre, rappresentava e rappresenta la seconda lingua.
Ecco i dati Istat dei primi 304 giorni del 2023 (gennaio-ottobre), e con amara constatazione ci rendiamo conto che non c’è nulla di nuovo sotto il sole. Baselice (nella foto il centro storico) continua la sua discesa, perde 25 abitanti nei primi dieci mesi dell’anno e passa da 2095 a 2070. Le nascite sono solo 5. Nel discorso di fine anno il sindaco Ferella fa gli auguri ai genitori di dieci bambini nati durante l’anno. A noi mancano i dati di novembre e dicembre, ma se il primo cittadino dice che a novembre e dicembre la cicogna ha lasciato 5 bambini a Baselice, non dubitiamo e siamo felici per il paese.
In Italia, secondo Openpolis, ci sono circa 10 milioni di case vuote (o non stabilmente occupate). Ma se nelle grandi località turistiche è un dato generalmente positivo che dimostra un enorme potenziale ricettivo, il quadro cambia nelle aree interne e nelle zone montane dove in ogni comune sono libere mediamente tra il 56% e il 47% delle abitazioni presenti. Praticamente una su due (quando va bene).
Nei Monti Dauni, in particolare, sono almeno 20 i comuni che registrano valori sopra queste medie con punte anche dell'80% di case vuote. In tantissimi casi questo enorme patrimonio immobiliare è in situazioni di semi-abbandono tanto da rappresentare un problema crescente in termini di decoro urbano, igiene, sicurezza e sostenibilità economica. È un altro micidiale indicatore dello spopolamento dei piccoli comuni.